Emilio Baumann
(Canonica d’Adda, 9 aprile 1843 – Roma, 29 luglio 1916)
SPORTELLO DELLO SPORT
(Canonica d’Adda, 9 aprile 1843 – Roma, 29 luglio 1916)
Medico e insegnante italiano è considerato il fondatore della ginnastica italiana.
Oltre ad aver contribuito in modo decisivo all’inserimento dell’educazione fisica nell’ambito della medicina preventiva e del processo educativo della persona, va ricordato per aver intuito il problema del logorio fisico nella civiltà industriale.
“la coltura dell’uomo può distinguersi in tre parti: l’allevamento che si riferisce al corpo, l’istruzione che si riferisce all’intelligenza, l’educazione, cioè quel complesso di azioni che conduce allo svolgimento della volontà. Educare, in altri termini significa, formare il carattere, poiché di un uomo si dice che ha carattere quando le azioni sue non deviano da una linea di condotta che egli medesimo si è tracciata spontaneamente … affinché la volontà non devi e le azioni si mantengano sempre coerenti al fine loro, è necessario, imprescindibilmente necessario, che la volontà sia resa superiore agli ostacoli che si frappongono al suo libero esercizio, ossia al pericolo, alla noia, al dolore, alla fatica ecc., in altri termini che l’uomo sia coraggioso, tenace, forte, energico, indurato contro la noia, il dolore e la fatica … ammettere che a formare il carattere nulla più valga e sia più conforme a natura del procurar all’uomo le occasioni del diventar coraggioso, forte, energico e tenace per mezzo di uno speciale trattamento del suo corpo.”
Baumann osservava con attenzione le nuove generazioni, notando che esse erano più sedentarie delle precedenti e mostravano una maggiore tendenza all’obesità, propose dunque l’educazione fisica (che definiva “il miglior sistema di ginnastica”) per migliorare l’apparato locomotore e la persona.
Nel 1853 entrò nel collegio “Mazza” di Verona; la sua permanenza nel collegio fu più breve del previsto, infatti ne uscì spontaneamente: insofferente di rimanere ancora sotto la dominazione straniera decise di prepararsi anzitempo per l’esame di licenza liceale; lo stimolo patriottico, il fatto di non voler esser più un peso per la sua famiglia e la ferrea volontà lo portarono al compimento dell’impresa. Fu poi costretto, data la scarsa possibilità economica, a iscriversi alla Scuola normale di Treviglio con l’intento di diventare un maestro di scuola elementare.
Nel dicembre del 1860 impartì, nella stessa scuola e per volontà del direttore stesso, la sua prima lezione di ginnastica agli anelli.
Nel 1861 poté frequentare il primo corso magistrale di ginnastica, tenuto a Torino da Rodolfo Obermann , per poi tornare, nel 1862, alla Scuola normale di Treviglio ed introdurvi l’insegnamento della ginnastica. Nello stesso anno, ottenuto il diploma, fu assunto dal comune di Bologna quale maestro di prima elementare e, successivamente, di insegnante di ginnastica nel Ginnasio e nella scuola tecnica comunale.
Nel 1864 si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Bologna, dove si laureò, nel 1870, con la tesi d’esame “La Ginnastica nei suoi rapporti con la medicina e l’igiene” .
Nel 1868 era stato tra i fondatori della Federazione delle Società Ginnastiche Italiana
Nel 1871 diede l’impulso decisivo alla nascita della Società Sezionale di Ginnastica in Bologna, che diventerà la SEF Virtus Bologna.
Nel 1872 introdusse l’insegnamento della ginnastica nelle scuole elementari, non senza difficoltà, e dando l’avvio a un grosso dibattito che lo vide scontrarsi con il suo primo maestro, Rodolfo Obermann. Quest’ultimo, commentando un’opera a lui dedicata dal Baumann nel 1866, il “Manuale di Ginnastica per le scuole elementari” , diceva:
«Si tratta di una cattiva speculazione, poiché in nessuna nazione anche progredita si è introdotta ancora la ginnastica nelle scuole elementari».
In questo periodo nacque il dissenso fra la scuola torinese, rappresentata dallo stesso Obermann, che si rifaceva alla tradizione tedesca e considerava la ginnastica come strumento finalizzato alla preparazione dei giovani alla pratica militare, caratterizzata dall’uso esasperato degli attrezzi e impostata essenzialmente su robustezza e disciplina tanto da far prevalere la linea nazionalistica, e conseguentemente si arrivò a una restaurazione militaristica dell’educazione fisica.
Per Baumann e i baumanisti l’itinerario educativo incominciava con la “Ginnastica tra i banchi” per protrarsi con l’uso di attrezzature specifiche atte a promuovere il miglioramento organico quanto il perfezionamento morale, la formazione di una ferrea volontà, tanto da contrastare la ginnastica “coreografica” di stampo militare.
Il disagio della scuola bolognese fu particolarmente evidente nel caso dell’educazione femminile, che doveva essere per Baumann vero esercizio fisico, e non semplice coreografia: a questo proposito, Edmondo De Amicis, nel romanzo Amore e Ginnastica parlava dell’esercizio fisico compiuto da alcune ragazze:
«un movimento trattenuto e misurato a centimetri, insufficiente per quei corpi fatti e pieni di vita, una combinazione d’esercizi compassati, cercati con la penna, per servir di spettacolo a commissioni e a invitati».
La protagonista dello stesso romanzo, la maestra Pedani, parla di lui:
«Era benemerito del paese, era il fondatore d’una nuova ginnastica che avrebbe dato immensi frutti, un grande ingegno, un gran dotto, un creatore di caratteri. […] Il Baumann, datigli i mezzi, avrebbe rifatto una nazione».
Nel 1877, in seguito al dissidio con la scuola torinese e con i programmi ministeriali ad essa ispirati, Baumann fondò la Scuola Magistrale di Ginnastica, all’interno della Società Ginnastica Virtus di Bologna.
Nel 1884 ottenne, tramite concorso, la direzione della Scuola normale di Ginnastica di Roma. Nel frattempo, nel 1881, insieme a Costantino Reyer e F. G. Valle , aveva creato il Corpo dei Pompieri Volontari, la Federazione dei Pompieri Italiani e la Società di Pronto Soccorso.
Morì il 29 luglio 1916 (a 73 anni), a Roma.
Autore di numerosi testi, fu anche inventore di vari attrezzi per la pratica ginnica e la sua valutazione. Si contrappose alla scuola torinese di origine, abbandonandone i grandi attrezzi e sostituendoli con nuovi, più piccoli strumenti, come i famosi “ceppi” o “appoggi” che, dal loro ideatore prendono il nome (sostegni di legno d’impugnare per eseguire più efficacemente flessioni/piegamenti a terra); oltre a utilizzare nuovi macchinari di misurazione come lo spirometro, l’urtometro, il saltometro, allo scopo di quantificare i parametri biologici del frequentatore di ginnasi.
Emilio Baumann – La ginnastica italiana – parte seconda, Roma 1907, R. Scuola Normale di Ginnastica
Emilio Bauman – Guida illustrata per l’insegnamento della ginnastica nelle scuole normali ed elementari femminili – parte seconda, Roma 1887, F. G. Valle Editore